Il gruppo "Chiamati alla comunione" ha lasciato spazio, nel suo incontro mensile del 16 marzo2024, alla testimonianza della famiglia Cometto: Federica e Valter con i suoi tre figli.
La scorsa estate hanno trascorso 10 giorni in Congo, presso le comunità delle suore di San Giuseppe di Cuneo. Che cosa spinge una famiglia, con tre figli adolescenti, a investire il tempo delle vacanze estive in un viaggio in Africa? Già anni fa Walter era stato in Burkina Faso, in occasione dell'inaugurazione dell'ospedale Oftalmico a cui aveva contribuito. Al suo ritorno, ha iniziato ad avere in cuore il desiderio di condividere un'esperienza simile con tutta la sua famiglia. Questo sogno si è appunto realizzato, anche dietro richiesta della figlia Rebecca, che avrebbe voluto andare in Africa.
Le suore di San Giuseppe hanno reso possibile il loro viaggio, disponibili ad ospitarli a Selembao, dove si trova la loro scuola. La famiglia Cometto è stata la prima famiglia italiana a vivere lì! Il loro racconto è stato scandito da foto e video, ripresi sul posto.
Sono contrastanti le emozioni suscitate dall'esperienza. Stupore per l'ospitalità ricevuta e per la dignità e l'orgoglio del popolo congolese, ma anche senso di impotenza di fronte alla povertà estrema e alla mancanza di infrastrutture. Anche i figli, Rebecca e Filippo, di 15 anni, raccontavano con la voce di chi è stato segnato da quanto vissuto.
In un momento precedente, i due ragazzi hanno mostrato le foto e narrato il loro viaggio anche ai nostri figli che, aiutati dagli animatori fanno un percorso sui medesimi argomenti, con una metodologia adatta a loro. Infatti, su una parete della scuola di Selembao c’è un murale che rappresenta San Giuseppe. Ecco allora che i nostri figli hanno realizzato, con l'aiuto del loro animatore Marco, un piccolo quadro di cartone per la festa del papà, un ideale collegamento con l'Africa.
Del toccante racconto di Federica e Walter, rimane scolpita nel nostro cuore la loro frase di chiusura: «Ci siamo resi conto di quanto sia superfluo quello che noi pensiamo essenziale».