È bello cogliere in se stessi e nelle altre persone la sensibilità, l'empatia, la capacità di mettersi nei panni dell'altro. Ma che cos'è la sensibilità? Può essere una dote straordinaria e carica di profondità.
Ma può essere anche una condanna. Infatti, chi è sensibile percepisce molte "sfumature" delle persone, delle parole, dei pensieri, dei gesti, delle situazioni. Spesso, di tutte queste cose se ne fa carico; si sente in dovere di cambiarle, in colpa se non ci riesce. Chi è sensibile, a volte, si sente ferito, triste, solo perché tutto arriva dritto al cuore, a volte, come lama affilata di un coltello che colpisce, delude, distrugge, avvelena...
La sensibilità diventa una meravigliosa qualità solo quando dell'esistenza si accolgono e si coltivano gli aspetti vitali, positivi, sereni. Infatti, alla fine, sono questi che costruiscono perché ci corroborano, ci stimolano. Sempre tutto e solo per la vita.
Ciò che conta è vivere: nell'amore, nella disponibilità generosa verso gli altri, tutti. Soprattutto i più sofferenti, nell'operosa e intelligente solidarietà, per crescere insieme e insieme cercare di costruire un mondo migliore, più accogliente, più empatico, più sensibile.
E allora, che cos'è la sensibilità?
La sensibilità è un ampio abbraccio intorno all'uomo e al suo mistero. Il mistero della vita...