Il santuario della Madonna degli Angeli a Cuneo è per me un luogo amabile, familiare. Volentieri mi reco per partecipare alla Messa o semplicemente per una preghiera a Maria, nostra madre dolcissima.
In un afoso pomeriggio di agosto, percorro a piedi il tragitto. Normalmente impiego circa 20 minuti. Ma per me, ipersensibile al caldo e alla luminosità, sono tanti in questa infuocata estate. Credo che sto facendo un’imprudenza. Tuttavia, l’andata sotto il sole mi va bene e mi ritrovo nel santuario con una buona disponibilità di mente e di cuore per partecipare all’Eucaristia. Il ritorno, invece, si presenta più problematico. Mi sento colpita da un’ondata di calore che sembra stravolgermi. Vorrei tornare indietro, ma è necessario procedere verso casa. Faccio alcuni passi, lentamente, mentre il sole quasi mi dà testa e gli occhi iniziano a bruciare.
Oh, ecco: intravedo a distanza un’ampia ombra, miraggio di salvezza. Vorrei accelerare il passo, pur nella fatica…
“Benedetta ombra, finalmente ti raggiungo”! Mi fermo, sento un refrigerio che mi ridà vita. Respiro profondamente, la mente si fa più limpida e l’irritazione agli occhi si placa.
Mentre sto assaporando il benessere ritrovato, mi vengono in mente le parole di un canto rivolte a Maria. “Scende nel silenzio l’ombra dell’Altissimo: ora tu sei Madre di Dio e Dio dimora in te”. Lei accoglie questa Ombra, la fa sua e diventa grembo per il Verbo, il Figlio di Dio. Accoglie l’ombra per proteggere la vita speciale, che si fa strada nella realtà umana. Mentre nel mondo, spesso, si cerca di fuggire l’ombra, per salire alla ribalta sotto la luce dei riflettori, alla ricerca sfrenata del successo, del potere, della gloria.
Il Re dei re, in realtà il più povero tra i poveri, sceglie come sua casa il grembo di Maria. Essa custodisce nel silenzio il segreto dei segreti, la perla delle perle, il Dono più grande che si possa immaginare: l’abbraccio ritrovato tra cielo e terra, fra Dio e la sua creatura. In Maria, l’ombra è segno dello Spirito Santo che feconda la sua persona, perché generi al mondo il Verbo.
Vivere nell’ombra, sperimentare l’ombra, è un dono. È una porta speciale non solo per incontrare Dio, ma anche per renderlo presente, per trovare e ritrovare la vera comunione con lui. Non è segno di fallimento, di insignificanza, di superficialità, di emarginazione. È “il clima” per scoprire o riscoprire il nostro posto e la nostra missione nel mondo, alla presenza del Signore. Fratello e sorella da amare e servire “nell’ombra” della gratuità e della verità. Solo così possiamo non mentire a Dio, a noi stessi e agli altri.
“Benedetta ombra”.