Nel libro di Qoèlet c’è quel brano sul tempo, riflessione poetica e saggia, invito a non affannarsi per il passare degli anni, ma saperne individuare, nel loro trascorrere, pregi e possibilità.
Ci invita a stare calmi, ad accogliere e soprattutto a vivere tutto, tutto quanto ci accade con la pazienza di chi sa apprezzare ogni singolo evento come un arricchimento personale. Sì, personale, perché la cronologia dei fatti non è uguale per tutti. Soltanto il nascere e il morire non possono osservare un altro ordine!
Come curare la qualità del nostro tempo? Non sono sufficienti le azioni, i fatti, ciò che abbiamo compiuto. Si tratta di riuscire a vedere le intenzioni, i sentimenti che ci muovono, le motivazioni. È vero allora che nella nostra vita avremo tempo per fare ogni cosa. Ma allora perché ogni tanto ci lamentiamo che ci manca il tempo, che siamo immersi in un turbine senza governo? Passa veloce, ci crea anche ansia o noia. Ad ogni scoccare di anno c’è chi afferma che “sembra ieri” lo scorso capodanno, ed altri che lamentano una lentezza estenuante. È tutto soggettivo.
Possiamo positivamente tentare di pensarlo come un artista che tesse la nostra vita, che costruisce, stagione dopo stagione, un percorso individuale solo nostro. Sappiamo anche che dipende da ciascuno riuscire a percepirne la ricchezza e le opportunità. Porsi sulla scia della meraviglia, della gioia dell’imprevisto, ben sapendo e conoscendo le sfaccettature anche più difficili e complicate da affrontare.
Essere però consapevoli di avere le risorse per vivere in serenità e che il tempo c’è per tutto. Persone attente e determinate a non perdere occasioni e disposte a mettersi in gioco per le novità, con calma!