“La guerra che verrà non è la prima …. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente”. Versi di Bertolt Brecht. Gli eserciti si combattono.
I grandi discutono dai loro bunker sicuri. Le altre nazioni pensano a come e quanto riarmare il popolo oppresso che sta resistendo. In mezzo la gente. Gli Ucraini massacrati, costretti a fuggire o, se maschi, a rimanere. I Russi, impediti nel dissenso, disinformati su quanto sta accadendo, i loro giovani soldati di leva uccisi, senza sapere il perché o pensando di fare esercitazioni.
Come dall’inizio di questa catastrofe si leva la voce di Francesco, il Papa, solo. Lo seguono in pochi, pochissimi. Ravvisa pazzia l’invio di armi, l’aumento di spese militari. E vuole far sorreggere la croce nella via Crucis del venerdì Santo da due donne, una Ucraina ed una Russa. Segno utopico forte, lucido e significativo. Perché non vogliono?
Il direttore di Civiltà Cattolica ricorda che «Le due donne, Albina e Irina, porteranno la Croce. Non diranno una parola. Neanche una richiesta… Niente. Sono sotto la Croce. Scandalosamente insieme.
È un segno profetico mentre le tenebre sono fitte. Ed è una invocazione a Dio perché ci dia la grazia della riconciliazione. La loro presenza insieme è una preghiera scandalosa per chiedere una grazia, che solamente lui può dare. La profezia si incunea nei cuori e nelle ombre della storia».
Ancora il Papa: «Il Signore non ci divide in buoni e cattivi, in amici e nemici. Per lui siamo tutti figli amati. È terribile e scandaloso. Ma è questo il Vangelo di Cristo».