Gesù non potrebbe insegnarci ciò che lui stesso non avesse vissuto per primo. E se il grande messaggio di Gesù è la fiducia in Dio, l'accogliere di entrare in una relazione con lui e lasciarci guidare.
Cosa che non è garantita da leggi o norme o rituali, ma passa dall'affidarci a lui, vivendo di fede. Quindi, occorre che questa stessa fede l'abbia vissuta lui per primo.
Il vangelo di questa domenica ce ne dà un assaggio: «Nessuno strapperà dalla mia mano le mie pecore, perché il Padre è più grande di tutti». Non sembrerebbe un passaggio logico, eppure lo è: posso assicurare che le mie pecore non mi saranno strappate, perché mi fido di colui che è più grande e forte di tutti, che non mi tradirà. Posso invitare a fidarvi di me, perché io mi fido del Padre. Quel Padre che non si fa presente e vivo in modo percepibile, nella vita di Gesù, che tacerà al Getsemani, che non toglie il figlio all'angoscia e alla morte. Ma quel Padre che, Gesù si fida, non lo abbandonerà. E con questa stessa fiducia può assicurare ai suoi fedeli che non saranno abbandonati.
Entriamo così alla scuola del Figlio: "Fidati, perché io mi fido".
IV Domenica di Pasqua C ⇒Leggi il vangelo secondo Giovanni 10,27-30