Maria di Nazaret, dopo l’annuncio dell’angelo, parte e va a servire la cugina Elisabetta, anziana e incinta. Ma si potrebbe anche dire che va a controllare se quello che l’angelo le ha comunicato è vero.
Maria spiega a Giuseppe che è rimasta incinta per opera dello Spirito Santo. Non sarebbe difficile non crederle. Elisabetta, alla comparsa di Maria, sente il bambino muoverle nella pancia e spiega che ha reagito di gioia all’arrivo del suo Signore. Ma verrebbe da dire che si è trattato semplicemente di un calcetto, e che di certo non può capire che cosa gli stia succedendo intorno.
Il vangelo di Luca ci mette di fronte a tante situazioni in cui un’interpretazione più maliziosa dei fatti ci sembrerebbe corretta, soprattutto in un tempo come il nostro, pieno di persone astute che ci tengono a far sapere di essere più intelligenti di “quelli che non ci dicono le cose, ma io non me la bevo”.
Eppure, l’interpretazione buona dei fatti forse è immediatamente meno probabile, ma l’alternativa non è necessariamente più facile da dimostrare: forse Maria è andata da Elisabetta per controllare, ma magari davvero a servirla.
Se decidiamo di dare fiducia alle interpretazioni buone, vediamo all’opera Dio e tante persone umane buone. Altrimenti, il bene ci può passare davanti, ma non ce ne accorgiamo. Tutto sta, allora, nel purificare lo sguardo, nel dare credito al bene.
IV Domenica di Avvento C ⇒Si può leggere il vangelo secondo Luca 1,39-45