Tutti noi abbiamo giornate in cui siamo più nervosi e duri, anche se alla fine il nostro animo più autentico emerge sempre. Ci sono pagine di Vangelo, in cui sembra emergere un Gesù severo.
Ma che anche con quell’animo ci insegna senza dubbio qualcosa. Per esempio come nella parabola del fico sterile di questa domenica. Ci dice, infatti, di non pensare che Dio stia lì con il bilancino a guardare le minime azioni di ognuno per premiarci o punirci nella vita storica che conduciamo. Dice poi che, anzi, se stessimo a guardare a Dio in quel modo, dovremmo aspettarci di essere tutti puniti.
E poi racconta una parabola che sembrerebbe voler spiegare meglio quel concetto. Solo che nella parabola si afferma che un fico improduttivo viene “graziato” con ancora un po’ di cura, di concime e di attenzione. Insomma, quando Gesù deve dire che il Padre non ci ricompensa o punisce direttamente per le nostre azioni, finisce con il dire solo la misericordia divina.
Quello che ci succede nella vita non è direttamente mandato da Dio. Ma il cuore di Dio resta buono e desideroso di perdonarci e accoglierci.
III Domenica di Quaresima C ⇒Leggi il Vangelo secondo Luca 13,1-9