Tutti noi abbiamo quell’amico che si esprime a volte con parole molto dure, nette, eccessive che vanno poste sullo sfondo della vita di chi le pronuncia, perchè sappiamo essere buono e generoso.
Cosa che, in realtà, dovremmo fare sempre. Può anche accadere che quell’amico, in realtà, siamo noi. Le parole che Luca attribuisce al Battista suonano altrettanto cattive e ruvide: verrà un battesimo in Spirito Santo e fuoco, brucerà la paglia. Sembrano parole di giudizio radicale e spietato. Ma vengono dalla stessa bocca che subito prima ha parlato di conversione dura ma ha invitato i soldati non a smettere di gestire la violenza, bensì a non pretendere niente oltre le paghe, e ha chiesto ai pubblicani, ossia agli esattori delle tasse, di accontentarsi di quanto era giusto.
Le due espressioni vanno insieme, e devono essere interpretate insieme. E ci fanno allora intuire un Dio, annunciato dal Battista, che non ci chiede di essere dei santi disincarnati, perfetti e impossibili, ma di fare ciò che è alla nostra portata, nei limiti umani che sono anche quelli della sostenibilità nel quotidiano. Nello stesso tempo, ci promette che la “paglia”, ciò che non serve, che fa solo da contorno, verrà bruciata.
Ed è probabilmente quella l’opera dello Spirito, quella di andare al sodo, al cuore, al concreto. Un Dio che non sa che cosa farsene di fronzoli come pure di eroismi estremi. Perché guarda alle nostre intenzioni, e vuole la vita dei suoi fedeli, non un glorioso suicidio. Spera di essere amato, con tutta l’imperfezione e l’autenticità dell’amore umano. E in cambio offre amore e comprensione.
III Domenica di Avvento C ⇒Si può leggere il vangelo secondo Luca 3,10-18