Giovanni Battista spiega come interpretava il proprio servizio, e tra le tante cose che sostiene, dice anche che verrà uno più forte di lui, di cui lui è molto meno importante.
Nel dire questo, però, afferma anche di battezzare «con acqua», mentre colui che verrà dopo di lui, di cui si dichiara assolutamente indegno, battezzerà «in Spirito Santo e fuoco». Ora, lo Spirito Santo non è facile da vedere e certificare, mentre si può sperare che il battesimo “in fuoco” non debba essere inteso come andare bruciati. Eppure il battesimo “con acqua” si può sperimentare, sentire, vedere...
Al di là di interpretazioni molto più profonde sul senso delle parole del Battista, è chiaro che colui che Giovanni aspetta non è qualcuno semplice da afferrare, da cogliere. Può sfuggire, può suonare misterioso come il Dio di cui parlava Isaia secoli prima.
O come, se ci pensiamo, tutto ciò che nella nostra vita è più bello, profondo e spirituale: relazioni personali, sentimenti, intuizioni, aspirazioni e progetti... È questo che rende la nostra vita sensata, eppure nulla di tutto ciò è tangibile. Da fuori si potrebbe addirittura dire che è tutto inventato. Ma da dentro, sappiamo che sono le nostre realtà più autentiche.
Così è il Dio promesso dal Battista: non si può ridurre a un’esperienza concreta, misurabile, toccabile, ma, nella sua misteriosa fuggevolezza, può dare senso vero a tutta la nostra esistenza.
Battesimo del Signore, anno C ⇒Leggi il vangelo secondo Lc 3,15-22