Noi moderni, nel leggere ciò che succede a Giuseppe, restiamo sempre un po’ perplessi. Perché dovrebbe ripudiare Maria in segreto «poiché era un uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente»?
Per il mondo ebraico si era (e si è) ebrei se figli di madre ebraica, in quanto è la madre a formare ed educare i figli, ma la benedizione divina si trasmette di padre in figlio. Giuseppe sa che Maria è incinta, e non di lui. Potrebbe fare uno scandalo, denunciandola, e lei sarebbe condannata alla lapidazione; probabilmente però si fida di lei, non capisce che cosa è successo ma non vuole mandarla a morte. Se però facesse finta di niente, si troverebbe a “fingere” davanti a Dio, a prendere in giro lui, sostenendo di essere padre di chi non è suo figlio, invocando la benedizione divina su chi non è, forse, discendente di Abramo. Trova allora un escamotage: ripudia Maria, come deve fare secondo la legge, ma in segreto, così il vero padre potrà chiederla lecitamente in sposa prima che si veda che è incinta.
Giuseppe inventa un modo per non mentire e non fare del male a Maria. Ovviamente, ha sbagliato tutto, ma Dio apprezza il suo tentativo di fare solo del bene, con onestà e correttezza, e pur invitandolo a restare in una situazione che probabilmente gli sembrerà strana, esordisce con il più rassicurante degli inviti: «Non temere».
Dio non vuole farci paura, apprezza la nostra creatività nel trovare il modo di vivere bene, anche quando fosse il modo sbagliato, ci invita a volte a restare in condizioni che ci possono sembrare imbarazzanti, ma intanto ci rassicura sempre: “Non avere paura, voglio solo il tuo bene”.
IV Domenica di Avvento A ⇒Leggi il vangelo secondo Matteo 1,18-24