Ci capita spesso di lasciarci sorprendere mentre ci lamentiamo. Ci sono tuttavia situazioni in cui ci rendiamo conto che il momento è bello, che la condizione è positiva, al punto di avere un desiderio.
Fermare quell’attimo: «È bello per noi stare qui. Facciamo tre capanne!». Più spesso ancora, ci volgiamo indietro a meditare con rimpianto contesti del passato, in cui ci sembra che stessimo meglio e tutto fosse bello. Vorremmo tornare a quelle tre capanne che avevamo immaginato, e fermarci lì.
Non succede solo a noi, è situazione di tutta l’umanità, in cui sono incappati anche i discepoli. Il vangelo di oggi ce li presenta mentre si ritengono fortunati e vorrebbero che quel momento di grazia non passasse.
Gesù è molto netto. Quel tempo non può restare, perché la promessa di vita migliore, più piena, più completa, riguarda il futuro. Il meglio è davanti a noi. Non tutto ci è chiaro, nel percorso, non tutto ci è limpido e comprensibile. Ma la promessa divina è che avanti, anche oltre e attraverso ciò che non capiamo, ci sarà lui ad attenderci con un compimento molto migliore di ciò che pure ci ha già fatto intravedere.
II Domenica di Quaresima A ⇒Leggi il vangelo secondo Matteo 17,1-9