Nella storia del cristianesimo c'è a volte stato chi ha tentato di dimostrare l'esistenza di Dio, la necessità logica della fede in lui, e simili. Ci sono però brani evangelici che mandano in crisi quei tentativi:
«Il mondo non mi vedrà, ma voi mi vedrete perché io vivo». Ci verrebbe da obiettare che se ti vediamo noi, dovrebbe vederti anche il mondo. Ma poi, a leggere bene, ci accorgiamo che tutto in questa pagina parla non di dimostrazioni e logica, ma di relazioni: «Io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi», «Non vi lascerò orfani». E forse iniziamo a intuire. L'amicizia, l'amore, che parlano esclusivamente di rapporti personali, non sono qualcosa che si imponga alla vista: se non le (ri)conosco, se non sono pronto a intuirle, non le vedo. Ma basta tenere il mio sguardo aperto o aver sperimentato quelle emozioni, che le colgo con chiarezza limpida.
L'esistenza divina, il suo amore e dedizione a noi non si impongono alla vista, ma sono intuite a chi si coglie in relazione con lui, a chi sa vedere le relazioni. Il mondo, ciò che non è interessato a cogliere la presenza divina, non lo vedrà, ma gli amici di Gesù non resteranno orfani.
VI Domenica di Pasqua A ⇒Leggi il vangelo secondo Giovanni 14,15-21