Secondo il vangelo di Giovanni, è all'inizio della vita pubblica che Gesù, poco dopo le nozze di Cana, si presenta al tempio con alcuni discepoli e inizia a causare disordini.
Se la prende con cambiavalute e venditori. Questi, però, non facevano nulla di abusivo o illegale. Il culto nel tempio consisteva nei sacrifici di animali, per ottenere da Dio perdono o benefici. E i sacrifici prevedevano offerte perfette e pure, valutazioni che spettavano ai sacerdoti. In più molti pellegrini venivano da lontano, quindi compravano direttamente sul posto animali che fossero adatti da sacrificare. Inoltre, nel tempio si potevano usare solo monete pure, ed era quindi più semplice cambiare lì i denari portati da casa, per poter comprare gli animali.
Se Gesù se la prende con loro, non ce l'ha quindi con abusi, ma con il culto così come era previsto, come compravendita di favori con Dio. «Non fate della casa del Padre mio un mercato!».
Di certo noi non offriamo animali né cambiamo monete... Ma chissà che cosa direbbe Gesù del nostro incontro con Dio anche in quaresima: "Ti offro un po' di sacrificio in cambio di favori", oppure "Vengo a incontrarti nella preghiera, per vivere della relazione con te"?
Il Padre di Gesù non cerca scambi di favori, ma rapporti di intimità, fiducia e amore.
III domenica di Quaresima B ⇒Leggi il testo del Vangelo secondo Giovanni: 2, 13-25.