Quando pensiamo alle religioni ci viene spesso in mente che siano un elenco di doveri morali e di preghiere da fare. È in realtà un rischio nel quale le religioni, un po' tutte, spesso finiscono con il cadere.
Ma le immagini utilizzate da Gesù, se ci facciamo caso, rimandano sempre ad altro. Non a vincoli e obblighi, ma a una relazione. «Conosco le mie pecore e loro conoscono me». Gesù potrebbe concentrare la propria importanza sulla sua capacità di deporre la vita per il suo gregge e riprenderla, il che dice la sua generosità ma anche la forza che lo muove, che lo renderà capace di vincere la morte. E anche quello dice, perché è vero ed è ciò che ci può dare la certezza che il nostro Signore davvero possa prendersi cura della nostra vita.
Ma di questa sua forza parla dopo, non comincia da lì. Inizia notando che lui, le sue pecore, le conosce per nome, perché «gli appartengono». Prima ancora della possibilità di salvarci la vita, conta la voglia di farlo. E non perché debba. Ma perché ci conosce e ci ama.
IV Domenica di Pasqua B ⇒Leggi il vangelo secondo Giovanni 10,11-18